Sabato Santo

Regalo questa riflessione di Enzo Bianchi perché mette in luce un giorno eccezionale e – purtroppo – lasciato troppo in secondo piano: il Sabato Santo.
Voglio dire, passiamo troppo in fretta dal Venerdì Santo alla Pasqua di Resurrezione, passiamo lasciando il Sabato come “non giorno”, un sabato distratto …
E ci scordiamo che è proprio il Sabato Santo il giorno del grande miracolo, del grande  perdono, di questo Dio Padre attraverso Suo Figlio Gesù ci china ancora sull’umanità, sull’uomo (proprio come per l’adultera) … si china e scende agli inferi per reclamare i Suoi figli, per liberarli, per strapparli dalle mani del male …
Ma ci riusciamo ad intuire quale tempo terribile è stato per Gesù? Riusciamo ad intuire che grande amore ci vuole per questo?
Buona Pasqua … ma non è finita qui, non è finita con oggi.

Silenzio di Dio, silenzio dell‘uomo – Enzo Bianchi
Può apparire paradossale parlare del sabato santo perché per i cristiani è un giorno contrassegnato dal silenzio, un giorno che potrebbe apparire “tempo morto”, svuotato di senso. Anche i vangeli tacciono su questo “grande sabato”: il racconto della passione di Gesù si arresta alla sera del venerdì, all‘apparire delle prime luci del sabato e riprende solo con l‘alba del primo giorno della settimana, il terzo giorno, appunto. Giorno vuoto, dunque? Nella tradizione cristiana occidentale, il sabato santo è l‘unico giorno senza celebrazione eucaristica, l‘unico giorno restato “aliturgico”, senza celebrazioni particolari: tacciono le campane, non ci sono fiammelle accese nelle chiese spoglie, né canti… Anche la preghiera dei cristiani si fa silenziosa ed è carica soprattutto di attesa: attesa di ciò che muterà profondamente ogni cosa, ogni storia. Certo, sappiamo bene che la Pasqua è un evento avvenuto ephápax, “una volta per tutte”, il 9 aprile dell‘anno 30 della nostra era, sappiamo che Cristo ormai risorto non muore più, siamo consapevoli di non celebrare un mistero ciclico come facevano i pagani… E tuttavia siamo chiamati a vivere questo giorno cogliendone il messaggio proprio: lo viviamo nella fede che il Signore crocifisso è vivente in mezzo a noi ma, discernendo all‘interno del triduo pasquale il secondo giorno come giorno di silenzio, di attesa, del non detto, noi assumiamo una dimensione che ci abita sempre e che alcune volte – nella vita nostra, o degli altri o di interi popoli – è la dimensione durevole, non momentanea, non passeggera.

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Pietro (ancora in cerca di AUTORE)

Pietro (2° parte)

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Che giornata per Pietro … dolore, stupore e poi attesa … grande attesa.

Giovanni che lo rinfranca (lui ha creduto immediatamente nella tomba vuota), ma Pietro – pratico com’è – tentenna.

Gli piacerebbe, è una cosa che gli scalda il cuore, gli dà forza … ma la Sua voce … come gli manca la Sua voce.

Pietro si sente un po’ come Tommaso, non lo dice per delicatezza ai fratelli, ma capisce Tommaso … Pietro ama i suoi fratelli ed è il più anziano e non deve cedere … Pietro serve i suoi fratelli, non potrebbe fare altro per come si sente, per l’amore che nutre per tutti e perché ricorda le parole di Gesù quando parlava di “lavare i piedi” … e lui lava i piedi con le sue lacrime di chi sa che non è stato capace di al suo posto … Pietro capisce Maria di Magdala in questo giorno, la capisce profondamente.

Pietro ha sempre saputo chi era il Suo Autore, Pietro aveva un cuore che batteva all’unisono con Gesù e con i fratelli … Pietro, un uomo come tanti, duro forse, ma anche tenerissimo e delicatissimo davanti alle emozioni di tutti.

Sono un po’ stanca di questa immagine di Pietro-pasticcione-testa dura-rozzo ecc. … perché Pietro era tutt’altro che questo.

Lo confesso, anch’io oggi sono un po’ come Pietro e  non mi vergogno a dire che troppo spesso la Pasqua mi passa sopra la testa senza capirne bene la portata.

Mi lascio trascinare dalla Pasqua, ma l’ho capita? L’ho sentita? Ho visto? Ci credo? … e non un “ci credo” perché recito il “Credo” …  ma un ci credo che è una certezza granitica, più certezza del mio stesso vivere …

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Pietro (in cerca di AUTORE)

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Eccolo il campione del cuore.

Pietro (che io vedo sempre di corsa … chissà perché) .

Pietro ha passato giornate tremende … Pietro parla, sta zitto, è frastornato, non capisce.

Lui sa solo che il suo Gesù non c’è più, lui sa solo che lo ha rinnegato (che è lo stesso che tradire), Pietro non capisce perché ce l’avevano tutti con lui, perché chiedevano solo a lui se era uno discepoli.

Pietro … aspetta perché si ricorda di qualche cosa, Pietro ha addosso ancora un’infinita tristezza … ma chisseneimporta se quell’uomo era il Figlio di Dio, per lui era il suo amico, quello che lo capiva così bene e quello che gli leggeva nel cuore.

Sì, Gesù era quel Dio che ogni uomo cerca … sì, Gesù era Figlio di Dio, ma era anche un uomo come lui che lo sovrastava da ogni parte.

Pietro, ora non sente più niente, è come sospeso …

Pietro … no, no… Pietro aspetta ancora un po’, aspetta ancora una notte …

Pietro, però si ricorda di una cosa: si ricorda che tanta gente (la stessa che lo aveva condannato) ora piange, ora ha un cuore dopo che ha visto il suo Gesù sulla croce …

Pietro medita e tace (strano è …) Pietro non ha più parole … o meglio non ha più le parole del Pietro vecchio … e si sente come un neonato indifeso nelle mani di Dio.

Pietro aspetta domani …

Credits:
immagine presa da Wikipedia e utilizzata anche dal blog di gioba

La folla, le folle (in cerca di AUTORE)

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La folla sulla strada del Calvario

Pietro lo lascerò per ultimo e lo farò per simpatia e per tenerezza.

Ora è il momento della folla.

Sì, sì … quella stessa folla che seguiva Gesù, lo assediava, lo cercava e l’ha osannato pochi giorni fa.

Una folla instabile, inaffidabile e … impaurita, affamata, oppressa … che tanto assomiglia alla stessa “folla” che Mosé aveva liberato dagli egiziani.

Una folla (un popolo) che con Mosé ha attraversato il Mar Rosso con “i piedi all’asciutto” … ed anche qui attraversa un mare di sofferenze reso rosso dal sangue di Gesù con il cuore “arido” di chi – forse – preferisce la schiavitù che non lo scontro diretto con “chi comanda” e che potrebbe provocare la repressione violenta.

La stessa folla di oggi … mica è cambiato molto.

Con questo vorrei dire che non è il caso di “disprezzare” questa folla altalenante perché mi piacerebbe vedere cosa farebbe il popolo cattolico se capitasse un Gesù nel 2010 che ri-dicesse le stesse cose del di allora.

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Giuda Iscariota (in cerca di AUTORE)

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Su Giuda si sono sprecati libri e parole, se ne sono dette di tutti i colori. Tutti hanno identificato Giuda come il traditore, l’assassino, colui che ha causato tutto.

Ma – stando al Vangelo – tutti hanno tradito (anche Giovanni sotto un certo aspetto con la sua idea di “sedere alla destra”), tutti gli 11 hanno tradito le Parole di Gesù, nessuno escluso.

Tutti hanno parlato della mancanza di coraggio di Giuda di “chiedere perdono” … e già … e come faceva ricordandosi delle parole di Gesù con quel “meglio per lui ….”.

Personalmente credo invece che non è stato il tradimento la vera colpa di Giuda, non è stato il consegnare Gesù, ma è stato il “vendere” Gesù per scopi propri.

E qui siamo dentro tutti, proprio tutti.

Quante volte abbiamo abbassato il tiro? Quante volte abbiamo mirato basso? Quante volte abbiamo venduto Gesù per una questione di convenienza? Quante volte non abbiamo tenuto Fede al Vangelo?

Ufff … si sprecano le volte no?

Ecco, la novità, il nostro grazie a Giuda … la sua colpa, il suo suicidio – che ben misura il suo dolore immenso e la sua  vergogna – è per noi indicazione di quello che non dobbiamo vendere, di quello che non dobbiamo essere.

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Erode Antipa (in cerca di AUTORE)

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Eccoci ad Erode Antipa.

Non nego che non mi sta molto simpatico, anche se – in confronto al padre Erode il Grande – era un angioletto.

Secondo le lettere di Pietro è lui il vero responsabile della morte di Gesù, è lui – dicono – che avrebbe potuto fermare la mano dei farisei, del Sinedrio.

Un uomo a metà, un uomo rovinato dall’inizio, da piccolo, ubriacato ed alimentato fin da piccolo dalla diffidenza, dal potere, dal piacere … Un pover’uomo, insomma.

Ma non è  per questo che non mi sta simpatico, quanto – piuttosto – che è un recidivo di professione. Di occasioni ne ha avute tante, ad iniziare da Giovanni; qualche “movimento” verso  il bene l’ha avuto, ma poi … ha ceduto al “tutto qui e subito perché posso”.

Come per gli altri personaggi, però, non è tanto quello che ha fatto, ma quanto ci potrebbe aiutare a – come dire – rimuovere eventuali pericoli.

Non è detto che dobbiamo arrivare alle “nefandezze” di Erode, ma certe origini del comportamento di Erode potremmo ritrovarle (in piccolo) anche in noi.

Senza andare a prendere le “rinunce”, le varie povertà c’è – di fatto – l’immagine che il cristiano sia un perdente, un debole, un vinto e – a volte – pure ingenuo.

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Pilato (in cerca di AUTORE)

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Eh! Figura complicata questa di Pilato. Figura un po’ troppo spesso “non considerata” o considerata come “sottofondo” alla Passione di Gesù.

Però, per parlare di Pilato, è anche necessario parlare di Claudia, sua moglie (che non è  “presente” nella Passione di Luca, ma che “storicamente” tutti hanno in testa).

Da una moglie così si può intuire che tipo d’uomo fosse Pilato … ma di questo ne parlerò dopo.

Duccio di Buoninsegna. Maestà (back, central panel): Jesus Before Pontius Pilate. 1308-11. Tempera on wood panel. Museo dell'Opera del Duomo, Siena, ItalyIeri, riascoltando la Passione secondo Luca, mi ha impressionato il triplice tentativo di Pilato di salvare Gesù, mi ha impressionato la sua insistenza e mi ha anche impressionato la sua – per un certo verso – capacità di svelare il vero motivo di questa “esecuzione” smascherando la falsità dei farisei.

Pilato è un uomo coraggioso, è capace di dire “in faccia” che sono tutte menzogne le accuse mosse a Gesù.

Pilato non teme gli anziani, i sommi sacerdoti, il Sinedrio … no, Pilato, li affronta e li smaschera.

Le parole usate da Luca sono “aggraziate” nel dire che Pilato stava accusando di menzogna degli uomini di fede, che si vantavano di possedere la Legge di Dio.

Pilato ha usato parole quasi infantili, quasi ingenue di chi non capisce la “macchinazione” che c’era sotto.

Probabilmente non si curava troppo di dei o di Dio, un uomo come tanti e come tutti, un uomo “in carriera” un po’ superficiale in materia di fede e di spiritualità, ma – comunque – anche lui, un uomo onesto, leale … anche se spesso sentiamo dire che l’atteggiamento di Pilato era fazioso, annoiato e più preoccupato di sé stesso che non di difendere un condannato ingiustamente.

No, direi che Pilato ha difeso lealmente la Legge di Roma, ha usato il suo potere per porre chiarezza, ha rispettato le competenze mandando Gesù da Erode.

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Il centurione (in cerca di AUTORE)

Oggi vediamo la figura del centurione romano, quello che ha esclamato “Veramente costui era un uomo giusto” (puoi anche vedere il “sommario” delle puntate).

Tanto per cominciare il centurione era:

  • un soldato
  • un uomo “duro”
  • uno che eseguiva gli ordini senza discutere e senza chiedersi il perché
  • uno che usava la violenza per ovvie ragioni
  • uno che non credeva (non veniva in chiesa, diremmo noi oggi)
  • uno che non sapeva nulla di Dio, di Cielo, di Scritture
  • uno un po’ arido, se vogliamo (sarebbe impazzito se ci avesse messo umanità nel suo “lavoro”)

Poi, la sua esclamazione, in cui non diceva che Gesù era veramente un uomo di Dio, il Figlio di Dio. No, ha detto solo che “era un uomo giusto”. Fantastico, Gesù che trova apprezzamento da un  pagano ed un pagano che non può fare a meno di dire – obbiettivamente – “Cavolo, che uomo!”

Ma cosa ha scatenato questa dichiarazione del Centurione? L’eclissi? Mica sarà stata la prima. Il velo squarciato nel Tempio? Che gliene importava a  lui?

Credo che quello che ha colpito il centurione, quello che ha “sfondato” la corazza che si era messa sul cuore (oltre a quella che indossava sul corpo) sono le parole che questo strano uomo di nome Gesù ha pronunciato dalla Croce.

Quello che gli ha ridato un cuore umano è stata la cura, la premura di Gesù sofferente dalla croce verso tutti e verso anche coloro che lo stavano uccidendo.

Come soldato ne avrà viste tante di morti così, ma nessuno mai di questi ha parlato come Gesù.

Si sarà chiesto sbigottito: “Ma come è possibile?”.

Si sarà detto: “Ma come hanno potuto giustiziarlo?”

Si sarà ricordato dei silenzi di Gesù davanti al Sinedrio, davanti ad Erode (era presente il centurione) e si sarà chiesto come mai adesso Gesù si metteva a parlare.

Fino a quel momento, il centurione,  pensava di avere un vita realizzata, pensava di essere un “brav’uomo”, pensava di sapere cosa farne della sua vita, la ragione della sua vita.

Fino a quel momento, il centurione, stava bene  con sé stesso e non prestava molta attenzione alla sua “umanità”, per lui c’erano solo due categorie di uomini: i nemici da combattere ed uccidere e gli amici da seguire ed ubbidire. Altro non sapeva.

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Sei personaggi in cerca di AUTORE

Sei personaggi in cerca di AUTORE.

Non me ne vorrà – spero-  Pirandello se uso il titolo di un suo dramma, ma è quello che – dopo la giornata di ieri – mi viene in mente.

I personaggi sono (ma non rispetterò “l’ordine di comparizione”):

Ne prenderò uno per giorno, analizzandone per ognuno la figura e la sua storia, in relazione con Gesù.