Sono già passati più di sei mesi dalla nascita di Ester, e quando lei ci guarda e ride la nostra gioia è ancora come quella di quel giorno.
Oggi da un cielo cupo e nuvoloso scende una neve timida e bagnata, e dipinge i paesaggio con ruvide pennellate di un colore grigio/bianco.
E’ strano come pochi fiocchi possano cambiare il mio sguardo sulle cose, e dentro di me.
Dal treno che mi porta a Milano osservo una città ingrigita e umida, mentre dentro di me si fa spazio un desiderio di ricercare ancora più profondamente il senso della mia esistenza.
Viene il Signore
Nonostante tutte le mie, le nostre debolezze, Gesù viene ancora, come ha già fatto una volta nella storia e come ha sempre fatto e sempre farà.
Ripenso alle volte in cui è venuto ed io non me ne sono accorto, ma anche alle volte in cui, guardando la moglie ed i nostri figli, vedo l’immagine di un Dio che si è fatto carne ed è vivo in mezzo a noi.
“Negli occhi di un bambino c’è il volto di Dio” : questo ci diceva un nostro amico sacerdote guardando la piccola Ester che sorrideva felice. E questa frase ci ha fato riflettere, ed ogni tanto ci ritorna alla memoria.
Sì, il Signore è passato, ne siamo testimoni !
Stare svegli, stare pronti
Se il Signore viene paragonato ad un ladro che arriva di notte, allora devo porre la mia attenzione proprio ai momenti in cui sono più distratto.
Quando il sonno della fede mi fa chiudere gli occhi, devo cercare di risvegliare la parte di me che cede alle lusinghe del “tutto va bene”.
E’ ora di scrollarmi via dalle spalle una pesantezza che mi sommerge l’anima, così come si toglie via la neve che ha cancellato la strada che porta a Gesù.
Ed un’altra volta viene il Signore.
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