Cenere in testa e acqua sui piedi

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Carissimi, cenere in testa e acqua sui piedi. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri.
A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala.

Pentimento e servizio.  Sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all’acqua, più che alle parole. Non c’è credente che non venga sedotto dal fascino di queste due prediche. Le altre, quelle fatte dai pulpiti, forse si dimenticano subito. Queste, invece, no: perché espresse con i simboli, che parlano un “linguaggio a lunga conservazione”.
È difficile, per esempio, sottrarsi all’urto di quella cenere. Benché leggerissima, scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un’autentica martellata quel richiamo all’unica cosa che conta: “Convertiti e credi al Vangelo”.  (…)

Quello “shampoo alla cenere”, comunque, rimane impresso per sempre: ben oltre il tempo in cui, tra i capelli soffici, ti ritrovi detriti terrosi che il mattino seguente, sparsi sul guanciale, fanno pensare per un attimo alle squame già cadute dalle croste del nostro peccato. (…)

Intraprendiamo, allora, il viaggio quaresimale, sospeso tra cenere e acqua.

La cenere ci bruci sul capo, come fosse appena uscita dal cratere di un vulcano. Per spegnerne l’ardore, mettiamoci alla ricerca dell’acqua da versare… sui piedi degli altri.
Pentimento e servizio. Binari obbligati su cui deve scivolare il cammino del nostro ritorno a casa.

Cenere e acqua. Ingredienti primordiali del bucato di un tempo. Ma, soprattutto, simboli di una conversione completa, che vuole afferrarci finalmente dalla testa ai piedi.
Un grande augurio.

(*) Riflessione di Tonino Bello
Credits: immagine presa da qui

Rimetti a noi i nostri debiti

“Rimetti a noi i nostri debiti, COME NOI li rimettiamo ai nostri debitori”

… che potrebbe essere tramutata in una preghiera atipica per le Ceneri come …

“Aiutaci a rimettere i debiti dei nostri debitori, come TU LI HAI RIMESSI A NOI”

Il peccato contro Dio è peccato contro ogni Suo figlio … anche noi stessi.

Questa Cenere che ci viene posta sulla testa viene da degli ulivi bruciati per dare Vita al FUOCO NUOVO, alla LUCE NUOVA … è il simbolo che siamo perdonati, amorevolmente perdonati.

Questa Cenere ci ricorda la LUCE quella che toglie il buio della nostra coscienza e dona luce … irradia luce come dice il versetto seguente del Vangelo che oggi ascolteremo:

“La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce;  ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!”

Via musi lunghi e tristi, via atteggiamenti di contrizione, via tristezza, via pesantezza, alziamo il capo ed abbassiamolo solo per ricevere le Ceneri, per ricevere la Luce.

Ben venga la gratitudine, che sbocci il sorriso, accogliamo il profumo che irradia il perdono ricevuto e donato, vestiamo l’abito della festa per poi indossare dopodomani  la “tuta e le scarpe da tennis” perché ci aspetta una grande ed entusiasmante corsa per “preparare la sala del banchetto, la sala della Pasqua”

Ringraziamo per questa cenere, prendiamo coscienza che è … quello che è successo del nostro peccato e ringraziamo anche il “peccato” perché – grazie a questa Luce che lo rivela diventa mezzo che ci fa più figli, più innamorati di un Dio onnipotente nell’amore.

(lo canteremo la Notte di Pasqua nel Preconio).

Avviciniamoci all’Altare emozionati e pieni di speranza, pieni di fiducia e perfettamente umili di cuore, umili di mente e – soprattutto – lontani dalla tentazione di sentirci “troppo” peccatori per essere perdonati da Dio.

Dai, un po’ di gioia, tanto coraggio e molta preghiera affinché ci venga concessa la Luce per vedere bene dove stiamo andando, verso Chi stiamo andando e con quanti “chi” stiamo viaggiando.

Vedremo tutti i nostri errori, li peseremo per quello che pesano, ci si apriranno gli occhi e ci accorgeremo di quanto siamo amati … e finalmente sapremo che ogni torto ricevuto DEVE essere perdonato, perché noi stessi siamo stati perdonati.

Che ci sia gioia nelle nostre chiese domani, che ci sia gratitudine, che ci sia affetto sincero, che ci sia perdono umano, che ci sia determinazione a muoverci … che sia piena libertà di fare del bene, di essere nel bene nonostante il male ci tenti sempre e comunque …

In cenere è andato il nostro peccato, incenerito dall’amore di Dio.

Ci basti questo ed il coraggio di convertirci ancora un po’ arriverà di conseguenza.

Credits:
immagine presa da qui

Aspettando Quaresima

Rito Ambrosiano – Vangelo del 8.2.2010

«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo»
«Che cosa volete che io faccia per voi?»
(Marco 10, 35-45)

Rito Ambrosiano – Vangelo del 9.2.2010

«Figlio di Davide, abbi pietà di me
«Che cosa vuoi che io faccia per te?»
(Marco 10, 46b-52)

Siamo ad un passo dalla Quaresima … tempo di conversione e di preghiera e lascio questi due modi di pregare senza alcun grande commento.

La risposta di Gesù è sempre quella, sempre amorevole, anche quando la preghiera non è più preghiera.

Basterebbe solo questo per una seria conversione … ma è una conversione che non modifica SOLO il nostro rapportarci con il Signore, ma anche con il prossimo.
Una conversione iniziata già in Avvento … che è stata una conversione della e nella nostra parola.

Conversioni al posteggio

Ore 21 di sera, sono al posteggio di Famagosta, a Milano, per riprendere l’auto e tornare a casa, dopo una giornata di lavoro e dopo aver ascoltato una conferenza di don Bruno Maggioni sulla prima lettera di Paolo ai Tessalonicesi.

(La chiesa ricorda oggi la conversione di San Paolo sulla via di Damasco)

Scendo dalla metropolitana e mi avvio all’uscita, dove c’è una fila di macchinette per il pagamento del posteggio dell’auto; mi avvicino alla prima libera, armeggiando tra borsa e giubbotto per cercare la tessera ed i soldi per pagare.
Vuole cambiare la moneta ?” :
è la voce di una vecchietta che si è avvicinata con un pretesto; dimostra di avere più 70 anni, è vestita decentemente, non sembra la solita barbona, ma le sue intenzioni sono chiaramente quelle di raggranellare qualche moneta.
(penso tra me : “Ecco, ci siamo con la solita storia! Accidenti stamattina potevo fare il prepagato ed ora non ero qui a … Uff! Uff! “)

Faccio finta di niente, è già tardi ed ho solo voglia di ritornare a casa da mia moglie e dai bambini, che vedrò tra più di un’ora.
Cerco nel portafoglio e vedo che mi sono rimasti solo due biglietti da 5 euro e qualche centesimo; introduco la tessera, importo euro 2,80; metto il biglietto da 5 euro ed aspetto il resto.
Tintinnano le monete che escono dalla macchinetta, faccio per prenderle e maldestramente una moneta da due euro cade per terra rotola via, fermandosi proprio ai piedi della vecchietta.
(Lo sapevo, lo sapevo che dovevo fare il prepagato … !!!)”

Mi fermo una attimo a pensare a quello che sta succedendo e, come in un sogno, sento la mia voce che dice:
Mah … tenga questi 2 euro, sembra proprio siano per lei …
E mi allontano un poco intontito, stupito di me stesso e di quello che ho detto; mi volto perchè sento che lei mi sta chiamando:

Signore, signore senta … che Dio la benedica !

Ma toh! guarda un pò cosa mi capita! una benedizione da una vecchietta male in arnese, e per giunta … per soli 2 euro !
Vado alla macchina, esco dal posteggio e mi avvio verso casa.
Guido piano, prendo tempo per riflettere su alcune piccole cose accadute in giornata.
Ripensandoci potevo lasciarle anche gli ultimi 5 euro che avevo nel portafoglio; tanto non è che fossero proprio gli ultimi (come quelli della vedova che butta nel tesoro del tempio tutto quello che ha) .
Una volta arrivato a casa rimetto in ordine le idee ed i “frammenti di cielo” trovati lungo la strada di oggi, da Milano a Damasco.

Ricordo di aver letto sul blog di Paolo Curtaz [grazie 😉 ], che commenta la memoria della conversione di San Paolo apostolo riportando un brano di un suo libro:

Un’altra cosa ho capito, col passare degli anni: la conversione dura tutta la vita.
Non avviene in un momento puntuale, non accade una volta per sempre.

Ieri abbiamo letto dal Vangelo che Gesù è venuto sulla terra per liberare i poveri e gli oppressi …
E poi, dalla prima lettera di Paolo ai Tessalonicesi, commentata da Bruno Maggioni la scorsa settimana (1 Ts 2, 13)

Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti

Già, è proprio così, la Parola di Dio agisce su di me spingendomi a convertirmi ogni giorno, aiutandomi a leggere gli avvenimenti della mia vita con occhi nuovi.
E di questo rendo grazie a Dio, e penso se mai potrò rivedere la persona incontrata oggi.
Andando a dormire sento quanto sia “calda” la sua benedizione.