Faccio alcune considerazioni sui primi due capitoli del libro del profeta Osea; sono il riassunto delle prime due lezioni della Scuola Biblica alla quale sto partecipando.
Dio parla al profeta Osea (seconda metà dell’VIII sec. a.C) ordinandogli di prendere in moglie una prostituta; con lei genererà tre figli di prostituzione : Izreèl, Non-amata, Non-popolo-mio.
L’esperienza di fallimento del rapporto di marito fa capire a Osea come anche l’unione tra Dio (lo sposo) ed il popolo di Israele (la sposa) stia attraversando un periodo buio a causa della prostituzione del popolo di Israele a idoli, che non fanno altro che allontanarlo dal Signore (OS 1, 1-8).
Nel primo capitolo è descritta la vocazione di Osea, una chiamata che inizialmente sembra portare ad un fallimento, con un annullamento crescente e progressivo.
Dal punto più basso in cui è arrivato Osea, che vive nella sua carne il tradimento del popolo di Israele, Dio interviene per risollevarlo, dicendogli : ricominciamo da capo.
Quanti amori sono così, sembrano finiti per poi ricominciare con un ardore rinnovato.
E l’amore di Dio per il suo popolo è così come l’amore del marito per sua moglie: riprende vigore con una nuova seduzione, un nuovo nome, un nuovo patto, una nuova scrittura matrimoniale, una nuova fecondità.
Ma vediamo i passaggi che Dio fa nel ricominciare il suo rapporto con il suo amato popolo di Israele.
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