Andata e ritorno

Andata:

Natale – Pasqua – Pentecoste

Ritorno:

Pentecoste – Pasqua – Natale

 

Tra Natale – Pasqua – Pentecoste

i tempi dell’attesa:

Avvento – Quaresima – Tempo di Pasqua

 

All’andata è l’uomo che attende Dio

Al ritorno è Dio che attende l’uomo


E la Pasqua è sempre al centro

 

 

Avvento – Quaresima – Tempo di Pasqua e … stranezze

Riguardo la “presa” sulla gente direi che, seguento tipo quei test sul gradimento:

Avvento -> Ottimo

Quaresima -> Così così

Tempo di Pasqua -> Non pervenuto=zero

Pensavo fosse solo una mia impressione, ma poi curiosando qui e là (segnalo tra l’altro questo ottimo blog ) mi sono accorta che è innegabilmente così.

Non parlo delle iniziative sempre eccellenti delle parrocchie per questo tempo forte, ma parlo proprio di come la maggior parte dei cristiani recepisce questo periodo.

Le conclusioni di questi Tempi forti le conosciamo tutti:

Avvento -> Natale

Quaresima -> Pasqua

Tempo di Pasqua -> Pentecoste

Per l’Avvento non c’è problema, un grosso fermento pervade tutti.

Per la Quaresima, parte l’impennata della Settimana Santa, … insomma …

Zero assoluto per il Tempo di Pasqua.

Eppure dei 3 Tempi forti, per noi Chiesa, per noi cristiani è proprio il terzo tempo …

Senza lo Spirito Santo non riusciremmo a capire il Natale e neppure la Pasqua, tanto meno l’Avvento e la Quaresima.

E la Quaresima a me pare che sia proprio il tempo in cui lo Spirito Santo parla, nel senso che ribatte alle pur sempre attuali tentazioni.

Per dirla in termini informatici, direi che è il tempo della connessione, è il tempo del collegamento …


Il chicco che muore:coraggio e pazienza

Grazie a Guido ed al suo bellissimo commento al post del 1 Marzo “Coraggio e pazienza”, proverò a dire qualcosa riguardo al misterioso “chicco di grano che muore per portare molto frutto” di cui a Giovanni 12,24

In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

Ora, il chicco di grano è un seme e tutti sanno che se un seme muore, muore e basta.

Gesù, però, non ha mai parlato a vanvera e quindi?

A parte ciò che anche Guido nel suo commento intuisce e che io stessa spesso ho pensato, sono andata a cercare cosa succede ad un seme … e riporto – per economia di parole – solo l’immagine di quello che succede al seme/chicco in terra

Risulta evidente che il seme non muore, porta la vita in sè e la accompagna fino al germoglio ed alle radice.

Il seme nutre il germoglio e da seme diventa pianta.

Si consuma, viene forse a morire la parte che è esterna, ma non muore davvero, tutt’alpiù si modifica.

E’ la stessa cosa che succede in noi con la Grazia che è un piccolo (e forte) seme in noi.

Adagio adagio cresce e da seme diventa pianta.

Per ora lascio solo questo data l’ora, ma conto di ritornare su questo argomento per il quale l’immagine del seme in terra già ben rende l’idea di quello che lo Spirito Santo opera in noi al fine di cooperare con lo Spirito Santo.

All’amor non si comanda

Così dice un detto da tutti conosciuto, ma è vero?

E’ davvero così?

Temo proprio di no, altrimenti perchè Gesù avrebbe comandato:

“amatevi come io vi ho amato

amate i vostri nemici”????

Forse

  1. all’amore si comanda di amare e non di amare sè stessi
  2. all’amore si comanda di dare e non di prendere
  3. Gesù conosceva bene l’esigenza di amore di ogni uomo, ma ne ha cambiato la direzione
  4. …….

Ecco, forse, questo potrebbe essere un bel programma per questo tempo di vita che è la quaresima.

Oggi indosseremo le maschere (per chi può) che sono quasi sempre ciò che vorremmo essere, ma da domani guardiamo queste maschere e cambiamo tutto con questo

amor a cui viene comandato di amare

Il bucaneve e la casa sulla roccia

La Grazia di Dio è come un bucaneve.

La conversione è Grazia di Dio.

La conversione è come un bucaneve che nasce a dispetto della neve e del freddo.

Anche la forma del bucaneve ricorda questa Grazia.

Ha solo 3 petali: proprio come la Trinità, propro come le Virtù Teologali

E questi 3 petali sono uniti al cuore del fiore che è verde: proprio come l’Unità della Trinità, come come l’unità delle 3 Virtù Teologali.

Il bucaneve, allora, è “una casa costruita sulla roccia”.

E’ il fiore che spunta nella casa costruita sulla roccia perchè è un fiore che ha il suo bulbo le cui radici affondano nella roccia … un po’ come la Stella alpina.

Una casa costruita sulla roccia richiede molto impegno per quanto riguarda le fondamenta, ma si ha il coraggio della pazienza per dono primario: pazienza, coraggio e perseveranza.

Tre cose che – di nuovo – ricordano le Tre Virtù Teologali.

Non per nulla il bucaneve è anche chiamato “fiore della Chiesa”

Non per nulla è il fiore che indica la purezza del pensiero

Coraggio e pazienza

Quante volte abbiamo sentito dire: “Coraggio e santa pazienza!!!”

Sempre abbiamo visto coraggio e pazienza a fianco, come un binario.

Sempre si interpreta come rasseganzione in attesa di tempi migliori.

Ma è così davvero?

Sono due condizioni separate?

Io, azzardo, e credo di no.

Giocando con parole e unendo le due con una semplice preposizione articolate salta fuori

  • il coraggio della pazienza
  • la pazienza del coraggio

ne viene fuori un qualcosa di insolito e con la sola inversione delle parole prendono significati diversi eppure complementari

Coraggio della pazienza

Bè, questo lo si conosce bene ed effettivamente, in certi momenti, ci vuole un bel coraggio ad attivare la pazienza e non esplodere.

Pazienza del coraggio

Qui, invece, è un po’ più estranea, ma è un discorso altamente cristiano di chi non si scoraggia davanti a nulla, non cede e continua sulla strada.

Non teme la solitudine, non teme il plauso o la condanna ed ha l’abito della misericordia.

 

Forse è impercettibile la differenza, ma credo che queste due parole siano il fondamento per evitare che la pazienza diventi rassegnazione senza speranza  ed il coraggio un’arma spietata.