E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
((da Fil 4,6-9 domenica 2 ottobre)
Non si sa bene come mai, ma spesso succede (anzi direi che succede sempre, magari non immediatamente), che dentro alle tante parole proclamate della Parola di Dio nella Liturgia domenicale c’è una parola o una frase che si pone al di sopra di tutto come una stella luminosa.
A volte pare c’entri poco o nulla con tutte le letture, di certo c’entra parecchio con la nostra vita.
Questa frase di San Paolo è come una medicina per tutti noi ammalati spesso di ansia che provoca inevitabilmente terremoti di cuori, di menti e anche del corpo considerando che l’ansia può diventare causa di molte patologie.
Viviamo nell’ansia continua, quotidiana. In certi periodo un po’ meno ed in altri più forte. I motivi ci sono sempre e possono anche essere gravissimi.
Umanamente parlando l’ansia è comprensibile, anzi inevitabile in certi casi.
A tutti succede di avere dei problemi e lo sforzo per trovare delle soluzioni provoca questa ansia cattiva che avvelena e avvelena anche il pensiero che – a questo punto – potrà solo partorire soluzioni non troppo buone dettate più dal desiderio di “dominare” persone/eventi/tempo/ecc. che non dal desiderio di “costruire” con il Signore delle soluzioni ottimali.
Nell’ansia ciò che domina è il “fare in fretta” quindi risolvere il problema in fretta e poco importa se in modo violento.
Il pensiero di agita ed il cuore non riesce a pensare ad altro e con più ci si fissa su questo trovare soluzioni ed in questa agitazione, con più si perde il dono della vista di insieme e tutto si racchiude progressivamente in sé stessi.
Tutti noi sappiamo che l’intelligenza è il dono più grande che ci è stato consegnato: è la vigna del Signore!!!! E’ quella vigna del Vangelo di ieri, della Prima lettura di ieri.
Questa “vigna/intelligenza” dovrebbe dare buoni frutti e parte di questi frutti dovrebbero essere dati al “Signore” di questa vigna. Non ci dovrebbe essere un trattenere per sè da parte dei fittavoli (noi), ma riconoscere che l’intelligenza (che è anche frutto della vigna) non ce la siamo data noi, non è opera delle nostre mani.
Purtroppo spesso agiamo nello stesso identico modo dei personaggi descritti dalla Prima Lettura e dal Vangelo ed usiamo l’intelligenza per proclamare/pretendere/carpire la nostra indipendenza da Dio … e l’intelligenza produce frutti acerbi, aspri, velenosi perchè – sotto sotto – ci sentiamo superiori a Dio che releghiamo nei Cieli convinti che non Gliene importi nulla della nostra vita quotidiana.
Ecco allora Sa Paolo che mette al d sopra di tutto queste poche parole:
Pace di Dio
(che) SUPERA
OGNI INTELLIGENZA
e che custodisce (Dio si pone come custode, “lavora” per noi”, ci serve!!!!!)
I VOSTRI CUORI E LE VOSTRE MENTI IN GESU’ CRISTO
Esiste dono più grande?