In occasione della chiusura del Grande Giubileo 2000, nella solennità dell’Epifania 2001, l’inno del Te Deum venne cantato in una forma diversa da quella tradizionale; vorrei riproporre, in occasione del nuovo anno 2010, un commento a questo testo, che si divide in tre parti.
– (ritornello)
Te (o Padre e Figlio e Spirito) noi lodiamo (nostro) Dio! Te (o Padre e Figlio e Spirito) noi professiamo (nostro) Signore!
Prima parte: il Padre
Te, o eterno Padre venera tutta la terra!
A te gli Angeli tutti, a te, i Cieli e tutte le Potenze,
a te i Cherubini e i Serafini, inneggiano con voce incessante:
– (rit.)
Santo Santo Santo il Signore Dio Pantocratore!
I cieli e la terra (o Signore) sono pieni della tua gloria!
– (rit.)
Seconda parte : la Chiesa diffusa nel Mondo e riunita dai quattro venti nella confessione di Dio Padre e Figlio e Spirito
Te il glorioso coro degli Apostoli
te il non piccolo numero dei Profeti
te il candido esercito dei Martiri,
te la santa Chiesa diffusa su tutta la terra, confessa:
– (rit.)
Padre della gloria immensa
il Figlio tuo unigenito vero e adorando
il Santo (tuo) Spirito Consolatore!
– (rit.)
Terza parte: il Figlio fatto uomo e salvatore, Lui che è venuto e che ritornerà
Tu, o Cristo, Re della gloria,
Tu Figlio eterno del Padre.
Tu per il progetto di liberazione dell’uomo ti sei abbassato (a incarnarti) nel grembo della Vergine!
Tu vincitore del pungiglione della morte hai (ri)aperto ai (tuoi) fedeli il regno dei cieli!
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre
e (da li) noi crediamo che, giudice, verrai!
Tu dunque (o Cristo) soccorri i tuoi servi che hai redenti con il sangue tuo prezioso
e fa che (tutti) si riuniscano nel numero dei tuoi Santi!
– (rit.)
Da sempre passa come un canto di ringraziamento, ma leggendo il testo è solo una preghiera accorata ed è un’indicazione di conversione.
Ci si potrebbe confessare con questo testo del Te Deum in mano, specialmente nel 3° gruppo di versetti perché siamo chiamati nella nostra umanità a vivere la stessa umanità di Gesù.
E’ quasi un canto che impone un esame di coscienza sull’anno passato e un progetto per l’anno che viene; è un canto che chiama lo Spirito Santo come Spirito che anima la nostra intelligenza umana, che invoca un Padre per il perdono dove la forza ha ceduto, che abbraccia il Cristo come Fratello che accompagna, che è strada (neppure tanto difficile a dire il vero …. molto coraggiosa, ma non impossibile) … e ci si riconosce come Chiesa.
Rileggere il Te Deum come confessione di tutta di Chiesa, sia come confessione di Fede che Confessione di peccati (ovviamente di omissione) mi fa bene e credo faccia bene a molti, soprattutto a quanti si sentono un bel po’ santi o quelli che si sentono un po’ troppo peccatori.