Dalla parte opposta

Commento al Vangelo del 29 agosto 2010, XXII Domenica del Tempo Ordinario (anno C)

+  Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1.7-14)
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore

Invitati
La Parola di Dio è piena di esortazioni ed in questo brano abbiamo la parola “invitare” che compare per 10 volte e fa da cornice al brano stesso, il quale presenta due diverse contrapposizioni.
Nella prima parte io sono invitato ad un banchetto di nozze, ma non mi accorgo di tutti gli altri commensali e penso solo a me stesso, cercando di mettermi in evidenza. Questo atteggiamento viene riconosciuto e ribaltato con la parola “invece“, che mi manda a sedere dall’altra parte del tavolo.
Seduto dalla parte opposta mi metto a guardare cosa succede: gli ultimi, quelli che io non vedevo, sono ora seduti ai primi posti e si mettono a parlare con Gesù; inizialmente sono colto da un sentimento di invidia ma poi, a poco a poco, il mio animo si acquieta; da questo punto di osservazione riesco a capire che il modo di vedere di Gesù è capovolto rispetto al mio; senza questa esperienza non sarei stato in grado di comprendere cosa vuole veramente Gesù da me: che io cambi il mio punto di vista e che io mi accorga di tutti gli altri invitati.
Infine una grande gioia mi invade quando Gesù mi chiama: “amico, vieni qui vicino a me, c’è ancora un posto libero”.
Solo essendo ultimo io riesco a fare esperienza dell’Amore che Gesù ha per me, e comprendo che il Regno di Dio è un banchetto al quale siamo tutti invitati.

Invitare
Nella seconda parte del brano sono io che voglio invitare: a chi mi rivolgo ? Da quale parte è voltato il mio sguardo ?
E’ certamente un momento di gioia poter invitare qualcuno a casa mia, e spesso mi aspetto che il mio invito venga poi contraccambiato; oppure faccio un invito per un mio scopo utilitaristico.
Tutto questo perchè il mio sguardo è rivolto unicamente alle persone dalle quali posso ottenere qualcosa, in termini di stima, affetto, ricompensa, ecc..
Gesù mi dice che è “al contrario” che devo guardare, ovvero dalla parte opposta, dove ci sono persone che non hanno nulla da darmi in cambio. Sono quelli ai quali mi è difficile rivolgermi e che magari considero al di fuori della cerchia di amicizie; sono quelli che ritengo siano noiosi e che spesso si continuano a lamentare, o che magari non riesco a sopportare.

Per essere beati, come Maria
Questa è la beatitidine degli umili, quella che Maria annuncia nel Magnificat:

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata

ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Maria, aiutami ad avere occhi come i tuoi, umili e sempre attenti a guardare “dalla parte opposta” .

Un grazie a Tanino, questi miei pensieri si ricollegano al post Felicità è … Vivere per la felicità degli altri, che ho letto ed apprezzato molto.
Prendo “in prestito” anche l’immagine che correda l’articolo; foto di Maurizio Mosconi – Castelluccio. Grazie anche a lui.

Porte strette

Una volta postavo qualche cosa prima della domenica con la pretesa – magari – di risvegliare l’attenzione, ora “mi viene” di farlo dopo … con la pretesa di ricordare e applicare ciò  che si è sentito delVangelo domenicale.

E’ la volta della “porta stretta” che poi è anche “la strada stretta” e la mitica “cruna dell’ago”.

Credo siano le strettoie che impongono una certa spogliazione di grassi e pesi particolari.

  • Per le strade è la pigrizia di uscire dagli schemi facili. Gesù parla di percorrere questa strada stretta, perchè per trovarla (e non è sempre facile) la si trova.
  • Per le crune … boh … potrebbe essere la supponenza di sapere tutto e di giudicare (male) tutto e tutti
  • Per la porta … beh … adesso spiego quello che mi è venuto in mente proprio a partire dal motivo per cui Gesù ha detto che “pochi passeranno da questa porta”. Il motivo è: operatori di ingiustizia

Ieri ho sentito un’interpretazione simpatica di questa porta stretta o almeno un motivo per cui è stretta non necessariamente riconducibile alla difficoltà di passarci.

Ho sentito che “la porta è stretta perchè si passa uno per voltanel senso che si passa se si ha un rapporto molto stretto con il Signore e l’adesione alla Sua vita.

E’ simpatica come cosa anche se non credo sia esatta perchè da sempre si sa che in Paradiso non ci si va mai da soli a causa del bene che seminiamo (magari involontariamente).

Ma perchè è stretta?

Credo sia perchè imponga una magrezza sostanziale:

  • magri di ogni egoismo
  • magri di ogni avere
  • magri di ogni possedere
  • magri di ogni sapere
  • magri di ogni dio alternativo e molto piacevole
  • magri di tesori che vorremmo avere sempre con noi
  • magri di affetti esagerati che spesso vanno a sostituire Dio

In altre parole, magri di grasso, ma con un cuore enorme che sa amare tanto …………………………… e che

  • passa per la porta stretta,
  • che cammina sulla strada stretta,
  • che passa per la cruna dell’ago

…. quel cuore ingigantito dall’amore di Dio che però non ha peso e dimensioni.

E forse con questo cuore si passa, sì, uno per volta, ma legati per le mani l’uno all’altro come se fosse una catena … e la prima mano agganciata è proprio quella di Gesù.

Di cani, cerbiatti, pecore e pastori ed abiti.

Ho trovato nel blog di Luigi Accattoli un post veramente molto bello, questo (che riporto):

“Il cane imbruttì il cerbiatto che non ebbe il coraggio di bere. Questi ragazzi non sanno il valore dell’acqua, ringhiò.”

“Imbruttire” in gergo romano significa spaventare, mettere in guardia, svilire ecc.

E’ un atteggiamento che spesso si riscontra in tutti gli ambienti o situazioni dove c’è sempre qualcuno che “ringhia” contro l’altro pensando – magari – di fare del bene e di difendere qualcosa di prezioso.

C’è sempre qualcuno che ringhia, che svilisce dei poveri cerbiatti che hanno la sola pretesa di bere; c’è sempre qualcuno che difende “l’acqua” da sprechi e con questo motivo proibisce di bere ai malcapitati senza neppure prendersi la briga di capire perchè dei “cerbiatti” si avvicinano all’acqua.

Per una simpatica combinazione la prima lettura di ieri (Ez 34,1-11) parlava – con altri personaggi – della stessa cosa e parlava di pecore disperse e di pastori non troppo per la quale.

Oggi, poi, ci si mette anche il vangelo (Mt 22,1-14) in cui ci sono gli invitati (pastori e cani da guardia) che rifiutano ed invitati “poveri” che accettano e che vengono presi dalla strada (pecore).

Ma c’è una variante interessante: tra queste pecore ce n’è una che non ha “l’abito nuziale”. Da che parte salta fuori questo “abito nuziale” che tutti gli altri poveri indossano (e che non potevanoovviametne possedere) non si sa, ma si sa che gli altri lo indossavano e questa”pecora” no.

Che sarà questo “abito nuziale”?

Credo sia l’acqua, quell’acqua che ristora e lava … credo sia la carità che toglie ogni scorza da noi stessi … credo sia la speranza che riveste di luce … credo sia un cane che si riscopre cerbiatto, o una pecora che diventa un buon pastore, o un povero che diventa ricco … solo e solamente per Fede di cuore, Fede nel cuore.

Tre “situazioni” che possiamo tranquillamente riscontrare nella nostra vita e in ogni ambiente, in ogni situazione … ma ciò che importa è non cercare di impossessarsi dell’abito giusto, ma lasciarsi vestire dal Sarto giusto.

Grandi cose !

Commento al Vangelo del 15 agosto 2010, Assunzione della Beata Vergine Maria

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1, 39-56)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore

Il 15 agosto è il giorno in cui si fa memoria del dogma dell’Assunzione proclamato da papa Pio XII nel 1950, che prima di questa data veniva celebrato fin dall’antichità come “dormizione” della Vergine Maria.

A me piace sottolineare una affermazione che, nel racconto di Luca, Maria dice riferendosi a sè stessa:

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

Approfittando di alcuni giorni di vacanza, mi sono fermato a ripensare alle “grandi cose” che Dio ha fatto per me in questi ultimi anni.
Le gioie nella nostra famiglia, la nascita dei nostri tre figli (è di de mesi fa l’ultima arrivata, Ester), la voglia di approfondire la Parola di Dio.
La consapevolezza di avere sempre un Padre che perdona ogni peccato, piccolo o grande che sia, a condizione di sapersi rivolgere a Lui in modo sincero e con un cuore puro.

Tanti piccoli frammenti di vita quotidiana che, messi insieme e guardati da lontano, mostrano il disegno perfetto di un “pittore invisibile” ; come un quadro che, a poco a poco prende forma e diventa realtà, anche la mia vita si delinea come tracciata da una mano sapiente.

Per accorgersi di come sia bello questo disegno basta fermarsi e guardare con gli occhi di Maria alla bellezza della nostra vita.

Gesù, aiutami ad avere occhi grandi come quelli di tua madre Maria, per vedere le grandi cose che Dio fa per me ogni giorno; di avere sempre fame e sete di Dio, cibo, speranza e conforto per il mio cammino e quello di tutti i miei fratelli.

Maria, insegnami ad avere la capacità di operare anche io le stesse scelte di Dio, che si è rivolto agli affamati, agli umili, ai poveri, a coloro che non hanno nulla, per capovolgere la loro condizione.

Ti ringrazio Dio per tutte le grandi cose che hai operato in me.


Per chi non vede più a colori

Una favola per tutti coloro che sono appesantiti, che non sperano più, che sono stanchi di tutto e di tutti. Con l’augurio di cuore di essere “trasfigurati” nella luce del Signore.

C’era una volta ….

… e forse c’è ancora, una persona che si sentiva condannata a cercare. Veramente non sapeva se era una condanna o una Grazia, ma di essere costretta a cercare lo sapeva eccome! Ma cercare che cosa? Cercare l’impossibile!!! Ma l’impossibile a proposito di che? L’impossibile in tutto! Il desiderio che l’impossibile potesse diventare possibilissimo.
Ha cercato in lungo ed in largo in ogni cuore e in ogni persona, ha cercato nei fiori e nella natura, ha cercato nell’amore, ha cercato nel cielo ed ha cercato anche nell’inferno del dolore, ha cercato nella luce e nel buio, ha cercato nella gioia e nel dolore, ha cercato ovunque senza stancarsi mai … Sempre con la gioia di averlo trovato per poi sprofondare nella certezza che … no! non era lì l’impossibile che diventa possibile. Quando assaporava quella gioia arrivava immancabilmente qualcosa da cui veniva ferito e da qui la certezza che non è era lì quello che cercava!
Andò avanti con fatica e determinazione per anni, poi un giorno si stancò e mise il suo desiderio in una scatola di piombo (come era il suo cuore) e la sotterrò. Non ne voleva più sapere di cercare l’impossibile che diventa possibile e si costrinse a vivere accontentadosi di tutto come tutti facevano! Era invidioso di quella “soddisfazione” dipinta sui volti di tutti quanti ottenevano piccole cose a cui dedicavano ogni sforzo per arrivare!
Ma perse il sorriso, perse la gioia dei colori, perse la luce, perse tante e tante cose, ma soprattutto perse la Speranza.
Il suo cuore era diventato vuoto e di piombo … proprio come la scatola in cui aveva nascosto il suo desiderio.
Ormai era una persona stanca e appesantita, tanto stanca e appesantita che neppure le lacrime riuscivano più ad uscire dai suoi occhi … perché le stesse lacrime erano diventate di piombo!
Poi un giorno venne a sapere che un tipo strano con idee strane per la testa, aveva acquistato tutta la terra disponibile e libera da padroni della sua zona. Ormai non sapeva più esattamente dove aveva sotterrato il suo desiderio, ma era meglio così, perché aveva perso ogni interesse, ma di certo – la scatola – era in quella terra acquistata dal tizio strano.
Continuò a trascinarsi nelle giornate sempre più buie e senza colori. Lavorava come tutti, ma senza passione; viveva come tutti, ma senza entusiasmo; pensava … no! non pensava più perché pensare faceva male, molto male!!!
In una di queste giornate, distratto nel suo “non pensare”, urtò una persona malamente. Ci rimase male, perché comunque gli era rimasta quella tenerezza e bontà superstiti in quel cataclisma di disperazione. Si scusò come poteva sentendosi pervaso da una stupidità immensa, non sapeva più cosa fare per farsi perdonare!
Guardò gli occhi del tizio che aveva urtato e si accorse di avergli fatto male! La sua disperazione raggiunse livelli impensabili … Come poteva rimediare?
Riguardò gli occhi del tizio … e quegli occhi sorridevano … e quegli occhi avevano tanti colori dentro … ci si perse in quegli occhi! E si rese conto che poteva ancora vedere i colori e la luce!!! Ma no, sarà stato un caso … non c’era nulla!
Poi il tizio gli parlò! Che strana voce aveva, era una voce con un suono tale da escludere ogni altro suono. Non urlava, anzi, sussurrava a dire il vero! Ma quel sussurro sembrava imponesse il silenzio assoluto!
Si presentò con una cordialità e rispetto mai visti prima, completamente dimentico di essere stato ferito nell’urto!
La “persona di piombo” (così ormai si identifica la persona della storia) rimase di sasso quando seppe chi era quel tizio: era quel “tipo” strano con idee strane e ricchissimo che aveva acquistato tutte le terre!
Il “tizio strano” gli disse che aveva bisogno di lui per dissodare la terra dei campi, troppo dura per farci qualsiasi cosa. Gli disse che lo avrebbe pagato, gli disse che sperava tanto nel suo aiuto e lo … abbracciò!!
La “persona di piombo” accettò e non gli importava un fico secco di essere pagato, voleva solo sfogare la sua rabbia ed il suo dolore nella fatica. E già! Perché da quell’abbraccio la “persona di piombo” ne uscì sconvolto di dolore e rabbia! Erano anni che non sentiva più cose simili!
Andò immediatamente nelle terre del tizio … tanto non aveva amici e quelli che aveva non poteva chiamarli tali … non aveva nulla!

Andò e si mise a dissodare la terra con strumenti d’altri tempi che a lui andavano benissimo perché così sfogava la sua rabbia ed il suo dolore … anziché dissodare sembrava stesse “picchiando” la terra con una violenza inaudita.

Andò avanti in questo lavoro massacrante per un bel po’ di tempo e venne l’estate. Faceva caldo, tanto caldo che il “tizio strano” permise a tutti di mettersi al riparo nelle ore più calde. Ma la “persona di piombo” non ne voleva sapere e continuava a “picchiare” e a litigare con la terra e intanto si sentiva un ladro per i soldi che il “tizio strano” gli dava ogni giorno … si ripromise di renderglieli tutti, in fondo, gli stava facendo un favore con quel lavoro che gli permetteva di sfogarsi. Poi ci fu una giornata con un caldo insopportabile, così forte che tutti gli altri lavoratori se ne andarono borbottando. La persona di piombo, invece, rimase dov’era e continuò a lavorare come un pazzo … non ne poteva più! Il “tizio strano” lo guardava da lontano e sorrideva con tenerezza ed infinito amore … ma la “persona di piombo” non poteva vederlo aveva gli occhi puntati sulla terra!

Il sudore della “persona di piombo” era fastidioso ed aumentava la rabbia che ora stava diventando ira. Ma con più aumentava ira e dolore con più la “persona di piombo” lavorava. Che situazione ridicola!!!

Colpi di pala alla terra, colpi senza suono se non il respiro affannoso della “persona di piombo” ed ecco che all’improvviso la pale urta qualcosa! Un sasso forse, meglio così, avrebbe fatto più fatica!!! Riaffonda la pala e questa volta il suono che ne esce è un suono dolcissimo, quasi una musica! Riaffonda la pala … non stava più dissodando la terra, stava scavando! Riaffonda la pala ed il suono si ripete più forte! Guarda e vede la sua scatola di piombo! Ma il piombo non produce quel suono quando viene percosso!

La “persona di piombo” crolla in ginocchio e tende la mano verso la sua scatola … la tende con timore e paura perché non capisce. Si tende e mentre sta per toccarla scoppia un temporale terribile. Dal cielo scende tanta di quell’acqua che sembra fosse un oceano che ha cambiato posizione e dal cielo cade sulla terra!

La “persona di piombo” è completamente fradicia e sente bruciare gli occhi! Che cosa sta succedendo? Cos’è quel bruciore agli occhi? E’ acqua del cielo che è caduta dentro i suoi occhi? Sì, è proprio quello, è quell’acqua del cielo che si chiamano lacrime!

La “persona di piombo” piange … e non si ricordava il sapore delle lacrime! Piange e stringe la sua scatola … ed il “tizio strano” da lontano lo lascia fare e aumenta il suo sguardo d’amore e … piange anche lui!!!!

Ed ecco un colpo di vento fortissimo che sposta un po’ di nuvole e lascia passare un raggio di luce del sole. Un raggio potente e prepotente che si dirige sulla “persona di piombo” che ha tra le braccia la sua scatola di piombo. Un raggio che si curva su di lui, che entra in lui e che gioca con l’acqua del cielo e l’acqua delle sue lacrime. Un raggio caldo sulla pelle infreddolita, ma bruciante nel cuore. Un raggio che all’improvviso sembra un “ponte” tra terra e cielo. Un raggio che esplode in 7 colori bellissimi e mai visti. Un raggio che diventa ponte e strada piena di colori. La scatola non è più di piombo ed è diventata trasparente come il vetro ed ha la stessa luce del diamante che contiene. Il desiderio del “impossibile che diventa possibile” è un diamante che si collega il cielo e non si capisce più se questo arco di luce e di colori parta dal cielo o parta dal diamante. La “persona di piombo” piange ancora più forte ed una lacrima cade sulla scatola … E la scatola si apre, lascia uscire il diamante, lascia uscire il “desiderio” che si incastona nel cuore della “persona di piombo” che diventa così … lui stesso “diamante” pieno di luce e colore. Il sangue, che per anni sembrava gelato, riprende a scorrere caldo nelle vene di questa “nuova persona”, il cuore riprende a battere con passione, il pensiero corre veloce … E’ viva! La persona che era di piombo è viva e vive, pulsa, ama, osa, rischia!

La nuova persona alza gli occhi e si trova in mezzo a 7 persone tutte di un colore diverso, gli stessi colori del ponte di luce, dell’arcobaleno.

7 persone che gli dicono “Siamo qui per te, ci ha portato la Luce”! La nuova persona li abbraccia ad una ad una e, ad una ad una entrano in lui e lo pervadono, lo invadono e lo riempiono.

La nuova persona cerca con gli occhi il “tizio strano”, ma per effetto delle tante lacrime, ne vede 3 avvolte in una grande luce!

La nuova persona è convinta di essere impazzita per il troppo dolore e si alza per avvicinarsi al “padrone” … con la chiara intenzione di rendergli tutti i soldi che ha a casa e non ha mai speso!!!

Ma non serve che muova passi … il “padrone” che “davvero sono 3” … è (o sono?) dietro di lui … lo toccano, lo girano e gli sussurrano “grazie!”

Grazie???? A lui grazie????

La generosità e la bontà assoluta che ringrazia perché sono stati accettati i suoi doni???? Ma è impossibile!!! Non è credibile!!! E’ follia pura!!!

Poi si rende conto, finalmente si rende conto … Ecco L’IMPOSSIBILE CHE E’ DIVENTATO POSSIBILE! HA FINITO DI CERCARE FINALMENTE … ADESSO DEVE SOLO “CERCARE” DI RENDERE CREDIBILE AL MONDO UN SIMILE SPLENDORE.

Ma la nuova persona deve fare ancora una cosa, deve rendere i soldi che davvero non si merita! Corre a casa completamente trasfigurato … quanta passione sente dentro di sè!!! Entra di corsa e altrettanto di corsa va a prendere quello strano salvadanaio a forma di cuore che aveva trovato nel campo sotto la terra e che lui, per non buttarlo, l’ha tenuto ed usato per raccogliere “la paga”.

Non lo trova, ma al suo posto ci trova un libro sconosciuto e mai visto.

Lo apre e parla di un certo Dio, di un certo Suo Figlio Gesù e di un tale che si chiama Spirito Santo, parla di quello che hanno detto e fatto e, per un attimo, ci vede “il tizio strano” che poi erano 3! Per un altro attimo vede solo “il tizio strano” incontrato ed urtato tempo fa … che ha le mani ed i piedi bucati da chiodi e che gli dice: “Adesso hai capito? L’impossibile che diventa possibile sono io ed ora, se mi vuoi, sono in te e ti faccio vivere. Non ti lascio più … e non guardare i buchi dei chiodi nelle mie mani e nei miei piedi … fanno parte del passato … ed ora c’è l’oggi da colorare ed illuminare … aiutami! Io ti ho salvato perché credo in te, credo nel tuo cuore puro, credo nel tuo amore, ma tieni presente che è MIO PADRE QUELLO CHE PER PRIMA HA CREDUTO E CHE MI HA MANDATO PER SALVARE TE E TUTTI DALL’INGANNO, E’ MIO PADRE CHE TI HA DONATO I COLORI PER COLORARE IL CUORE E LA MENTE UMANA … ED HANNO 7 NOMI CHE SONO I 7 DESIDERI PRINCIPALI DI OGNI UOMO. USALI E DONALI!!!!!! IO SONO SEMPRE CON TE, SONO INCASTONATO NEL TUO CUORE. … E ANCORA GRAZIE PER L’AIUTO!!!”

La farfalla coraggiosa … (o temeraria?)

Una settimana fa ero ancora al mare e un giorno mentre stavo nuotando, nel girare la testa per respirare (come sarebbe comodo essere dei pesci a tempo) ho visto qualcosa svolazzare.

Mi sono fermata ed ho guardato meglio. Non ci potevo credere!!!!

Una meravigliosa e grossa farfalla bianca svolazzava a “pelo d’acqua” …

A me pare una cosa inconsueta o almeno io non l’ho mai visto anche perché ero ad una trentina di metri dalla riva.

La farfalla svolazzava avvicinandosi parecchio all’acqua per poi alzarsi di nuovo quasi come se fosse una danza o una farfalla assunta dall’ Azienda Turismo del luogo per intrattenere i nuotatori (ed evitare che vadano oltre la boa che segnala il termine delle acque sicure).

Onestamente, dopo lo stupore e la meraviglia, ero preoccupata (si fa per dire) perché bastava anche solo una  goccia d’acqua sulle ali della farfalla ed il mare sarebbe stata la sua fine.

La farfalla, però, non pareva preoccupata, anzi, pareva si divertisse un sacco o quanto meno era parecchio incuriosita da questo scenario stellare in terra perché – quel giorno – il mare era splendido ed i raggi del sole riflettevano la luce come tante stelle sul mare, come tante brillanti sul mare.

Una giornata e momento un po’ magico a dire il vero …

La farfalla era attirata –penso – dal colore e dalla luce, ma per prudenza si avvicinava all’acqua, ma non abbastanza dal farsi toccare. Càspita, pareva avesse un altimetro incorporato perché arrivava a pochi centimetri e poi si alzava, poi ancora giù e poi – di nuovo – su.

Poi, è sparita … se n’è andata.

Uscendo dall’acqua poi, ho visto un poveretto che era stata abbracciato un po’ troppo affettuosamente da una medusa che è un’altra creatura molto bella (ci sono di quelle meduse che sono uno spettacolo). Una creatura bella, ma che spesso non si vede subito … ma la si sente immediatamente quando si entra in rotta di collisione con essa.

Tutte queste belle immagini (più o meno, perché il poveretto della medusa mica ci trovava tanto di bello) mi sono ritornate alla mente domenica a Messa perché il cristiano dovrebbe essere un po’ come la farfalla, rimanere una creatura del Cielo, ma che sta sulla terra.

Vola, si avvicina, guarda, vede il bello, ma sa anche che a volte l’ “affascinante” ed il bello “qui ed ora” può nascondere il male, può nascondere un pericolo …

Temerari perché si avvicinano molto alla terra (il mare in questo caso), ma non lo toccano perché sanno che non è il loro elemento, sanno che può nascondere un pericolo e – guarda caso – anche la medusa  sta spesso vicina alla superficie dell’acqua ed il “bacio” della medusa segna e fa molto male.

Veramente ci sarebbero altri insegnamenti di questa farfalla che paiono l’immagine esplicativa delle Letture di domenica … ma diventerebbe un post troppo lungo.

Buone vacanze a chi ci va e “buona guardia alla città” a chi rimane.