Oggi, 21 dicembre 2009, la liturgia presenta ancora il brano di Vangelo dell visitazione, dopo che era già stato letto il giorno precedente, nella IV domenica di Avvento.
Già abbiamo visto come è importante l’incontro tra queste due donne incinte, maria ed Elisabetta, seguite da sguardi muti ed indagatori dei rispettivi mariti Giuseppe e Zaccaria; allora mi soffermo sulla descrizione del luogo nel quale è avvenuto questo incontro.
Un altro dipinto di Tintoretto sulla Visitazione propone l’incontro con lo sfondo di un paesaggio comune, a voler significare che i grandi incontri della nostra vita accadono facilmente nella quotidianità di tutti i giorni.
Ain Karim (o Ain Karem) significa “vigna (Karm) resa fertile da una sorgente perenne (Ain)”, e la sorgente ha preso il nome di Ain Sitti Mariam (la fontana di Maria).
L’etimologia del nome racchiude il significato simbolico della Visitazione, e Ain Karim diventa il luogo ove il Signore, sorgente di grazia perenne, trasforma miracolosamente la sterilità in fecondità.
L’evangelista Luca non dice chiaramente dove è avvenuto questo grande incontro e quindi l’identificazione del luogo non può essere completamente certa.
A questa località montagnosa viene anche associato anche un altro fatto raccontato nei vangeli apocrifi (protovangelo di Giacomo 22,3), il nascondimento del piccolo Giovanni Battista al tempo della strage degli innocenti: la montagna si sarebbe aperta ed avrebbe accolto Giovanni con sua madre Elisabetta, proteggendoli dalla furia omicida dei soldati di Erode.
Ein Kerem è oggi un quartiere di Gerusalemme situato a circa a 8 km dalla città vecchia; sul suo territorio sorgono la Chiesa della Visitazione ed il Convento di San Giovanni Battista.
Ma, secondo me, Ain Karem è il mondo intero, è ogni luogo in cui due o più persone si incontrano, si salutano nel nome del Signore, pregano e ringraziano Dio, e si apprestano a costruire il Regno del Signore.