Luce di Vita e Vita di Luce

Sono stata un po’ “zitta” in questi giorni perché … perché la beatitudine che domenica ci è stata presentata era (ed è e lo sarà per sempre)

“Beati gli afflitti, perché saranno consolati!”

La prima ed unica conversione che ci viene chiesta è quella della e alla Misericordia, della e alla Consolazione.

… e consolare ed avere misericordia proprio per i casi persi, per i fichi che non danno frutto e … perché no? … anche per noi stessi.

Siamo tutti un po’ afflitti, per un motivo o per un altro (Gesù nel Vangelo in Rito Ambrosiano di domenica era “afflitto” da gente che non Gli credeva, da gente troppo sicura di sé e troppo sicura di conoscere perfettamente Dio).

Ecco non incappiamo nello stesso errore e vorrei tanto che tutti ci ricordassimo che l’unica cosa che siamo chiamati a fare è proprio questa Misericordia e pure dentro la Giustizia … ben sapendo che la Giustizia di Dio è ben diversa dalla nostra “limitata” giustizia.

Portare giustizia e non “farci giustizia” … così … con una contrazione del tempo propongo questo testo che mette insieme Natale e Pasqua, la culla con la croce, il calore del Natale e la luce magnetica della Pasqua.

E contraendo ancora di più questo testo che propongo direi che dall’Avvento a Pentecoste ci stiamo davvero specchiando nel SACRO CUORE DI GESU’ … come ha fatto il mio Evangelista preferito: Giovanni.

Vita
Penso sia davvero unico il Vangelo di San Giovanni, penso proprio che Giovanni appoggiandosi al Cuore del Signore in quella drammatica e appassionata Ultima Cena un attimo prima del tradimento di Giuda e con un movimento così difficoltoso e faticoso, abbia assunto il Cuore del Signore in sé stesso – o meglio – è stato assorbito e fuso in quel Cuore immenso, in quel pensiero immenso che è pensiero di Figlio di Dio.

Mettere la propria testa sul Sacro Cuore di Gesù significa entrare in perfetta sintonia con il pensiero divino ed avere sotto gli occhi tutta l’umanità: il suo passato, il suo presente ed il suo futuro.

Giovanni credo abbia sentito questo ed è diventato un uomo dalle parole senza tempo, adatte ad ogni tipo di orecchio e di udito; di occhi e di capacità visiva. Le parole di San Giovanni possono sono sempre semplici, ma possono essere facili per chi può intendere solo il “facile” e profonde o altissime a chi può avventurarsi nella profondità della vita o nelle altezze inimmaginabili di Dio … ambedue possono provocare sensazioni di vertigini all’inizio. Sensazioni momentanee perché dopo ci si ritrova allo stesso posto di prima: nel mondo, ma dentro il cuore del mondo e dell’uomo. Perfettamente ed interamente umani ma con un cuore divino che tutto tollera, tutto perdona e tutto spera oltre lo sperabile.

Sono passati solo 4 giorni dall’inizio del nuovo anno e già la tempesta dell’errore imperversa, già ci si sente “vinti” … già ci siamo dimenticati quel “nulla è impossibile a Dio”.

La durezza del Natale che è il preludio della primavera della Pasqua diventa talmente insopportabile che abbiamo ormai idealmente riposto il presepe nello sgabuzzino dei “sogni impossibili” … nella cantina di un “credere bambino”. Abbiamo lasciato che il Natale (come la Pasqua del resto) sia un fatto “esterno” a noi, sia un “incidente” d’amore e di fiducia, sia un “magari!” detto sospirando.

Giovanni nell’iniziare il Suo Vangelo con un modo insolito perché è l’unico apostolo che parla per voce sua dando suono al Verbo di Dio, al Dio Parola che è stato Gesù Cristo; dice proprio questo.

Il Prologo di San Giovanni in poche righe evidenzia proprio questo sgomento, sconcerto, delusione e abbandono del proprio Centro per un qualcosa che toglie la Luce. San Giovanni ci sta avvisando tutti di non cedere davanti ad ogni tentazione di “tralasciare” la speranza, di abdicare in favore della delusione. San Giovanni ci dice di credere che “nulla è impossibile a Dio” quando tutto dice il contrario. Proprio nel momento dello sconcerto più profondo, quando il cinismo diventa l’unica arma per difenderci; proprio nel momento della quasi certezza che “neppure Dio potrebbe fare qualcosa”; proprio nel momento in cui c’è bisogno di atti pratici e meno sogni; proprio nel momento in cui la stanchezza taglia le gambe e spezza la schiena nello stesso momento in cui ci si decide di alzarsi e prendere posizione; proprio nel momento del sordo e doloroso “adeguiamoci tutti” … proprio in questo in momento arriva con questa certezza che è sotto gli occhi di tutti e di cui la storia del mondo è – qui e là – rischiarata. Queste parole:

In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.

Niente potrà mai vincere la Luce, nessuna tenebra avrà la meglio sulla Luce perché la Luce vincerà, perché la Luce è vita e la vita “era la luce degli uomini”.

E’ un salto vertiginoso, è un sogno realizzato già da adesso e nel momento stesso in cui qualcuno va oltre alla delusione, va oltre tutto e si fida di questa certezza che le “tenebre” non potranno mai vincere.

Con queste parole ci vengono donati nuovi occhi che sanno scorgere nell’ordinario lo straordinario di Dio (conosciuto come tale o meno).

Con queste parole ritorniamo in vita ancora una volta e non solo vita terrena, ma vita davvero di chi ha un cuore che batte ed un pensiero che lavora per Dio.

Quattro piccole righe scritte da un uomo come noi che ha appoggiato la testa sul Sacro Cuore che riassumono la Nuova Creazione iniziata dal 1° Uomo Figlio di Dio.

Come nuova umanità avremo anche la signoria sul mondo e le cose del mondo, ma ne avremo la signoria del bene e del servire il bene. Come nuova umanità in divenire continuo avremo il compito di “lavorare” per rimettere ordine come è ordine nel Pensiero di Dio. Per i più non verranno chiesti grandi gesta, o parole roboanti; per i più non saranno posizioni di prestigio o di comando; per i più non saranno clamori di santità splendenti; per i più non ci sarà la gloria che urla nel mondo … ma per i più saranno piccole scintille di luce spese nel proprio piccolo e, di scintilla in scintilla, si accenderà un fuoco luminoso che invaderà il mondo.

Adesso sì, adesso sì è Natale; adesso sì iniziamo a nascere mentre – al tempo stesso – iniziamo a risorgere dalle nostre ceneri della delusione del “credere” poco.

E se dico queste cose è perché le ho provate. Lo so per certo perché è vita di tanti, vita splendente di chi strozzato dal dolore riesce a dare speranza e gioia al prossimo; vita luminosa di chi schiacciato dal peccato riesce a perdonare qualsiasi cosa compresa l’essere crocifissi; vita trasparenza di Dio di chi inchiodato dal dolore fisico riesce a curarsi del cuore altrui e non cede alla rabbia; vita gioiosa di chi ha rinunciato ad ogni cosa e – prima di tutto – ad avere ragione sul pensiero altrui; vita colorata di chi con semplicità è quello che è chiamato ad essere nella piccolezza di una “missione” svolta in pochi kilometri quadrati. Vita di coloro che portano vita sempre e comunque … e che quando non ci riescono non si dichiarano “vinti” o perdenti, ma prendono tutto e lo consegnano al Padre perché in loro è la convinzione che chi converte è solo Dio.

Questo è San Giovanni, questo è l’amico di Gesù figlio di nomina di Maria … questo è l’uomo che crede e che ha sempre creduto … anche quando ha visto uccidere i propri amici che tanto amava.

In queste piccole 4 righe c’è la vita di Gesù e quindi la nostra vita che per essere tale deve essere Luce.

… La stessa luce che ha attirato i “pastori” in una capanna, la stessa Luce che si rivelata agli occhi di gente poco avvezza alle fantasie, la stessa Luce che è stata intesa da chi – i pastori appunto – di cultura non ne avevano; e la stessa Luce che ha sovrastato l’intelligenza degli uomini si scienza e di potere.

Luce di Vita e Vita di Luce … l’unico modo per vivere e per dichiararsi vivi.

Credits:
immagine presa da qui

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